L’architettura del futuro: pensiero globale e svolta green

Architettura green

L’architettura del futuro: pensiero globale e svolta green

L’architettura del futuro: pensiero globale e svolta green

 

Il mondo dell’architettura guarda al futuro con idee nuove e green. Le nazioni sono state sempre plasmate da grandi epidemie, e anche il Covid-19 porterà a una rivoluzione nel pensare le città, gli spazi e gli ambienti. Pensiamo ad esempio a come la peste e la tubercolosi hanno portato a rivedere l’igiene, i sanatori, i tubi di scarico e i bagni e a come il colera ha invece sviluppato una nuova idea di strada. Trasformare la crisi in un’opportunità di cambiamento, ritrovando un equilibro tra uomo e natura, tra architettura e Terra.

Verso un’architettura green

Le città continuano a ingrandirsi e secondo alcune proiezioni nel 2050 la maggior parte della popolazione potrebbe vivere proprio nei centri più grandi, portando alla creazione di vere e proprie megalopoli, specie in continenti come Africa e Asia. Questo porterà a delle trasformazioni importanti e a un impatto forte sull’ambiente, per cui si sentirà sempre più l’esigenza, specie nei paesi industrializzati, di evitare sprechi di energia e risorse, ridurre l’inquinamento e andare contemporaneamente incontro al benessere delle persone.

Anche le città già esistenti andranno incontro a una riforma dell’urbanizzazione. Per la capitale d’Italia è già al lavoro un gruppo di architetti dell’associazione Visione Roma. Anche questa pandemia porterà a un nuovo modo di vedere gli ambienti e le costruzioni, ridisegnando gli spazi. Perché un luogo – che sia una casa, un ufficio o un qualsiasi altro edificio dove si trascorre del tempo – deve essere confortevole, perché tutto influisce su umore e benessere. Pensiamo ad esempio a come la temperatura, il rumore o la luce di una stanza influiscono sulla persona, sulla sua concentrazione, sull’idea di trovarsi in un luogo fastidioso o al contrario accogliente.

Edifici ecosostenibili e che favoriscono il benessere

Ormai tutte le nuove, ma anche le vecchie, costruzioni devono aspirare a un’efficienza energetica, a sistemi di raffreddamento e riscaldamento che non permettano il disperdersi del calore, alla riduzione dei consumi e dell’inquinamento. Anche l’illuminazione avrà una funzione molto importante meglio dare spazio alla luce naturale a cui l’occhio si abitua più facilmente rispetto a quella artificiale, evitando luoghi troppo bui, ma dando invece spazio a grandi vetrate. Da non sottovalutare il comfort acustico, con ambienti progettati che aiutano la concentrazione, riducendo i rumori esterni e i riverberi interni. Soprattutto i luoghi di aggregamento, scuole e uffici andranno ripensati alla luce anche di nuove pandemie: sarà importante un certo distanziamento, una migliore areazione, pulizia costante, e magari una automazione di alcuni servizi per evitare il diffondersi di virus e infezioni (come ad esempio le porte automatiche per non toccare le maniglie).

Stoccolma, quartiere ecologico Hammarby

Ma l’attenzione dell’architettura verso l’ambiente dovrà avvenire anche nei cantieri edili, riducendo la quantità dei rifiuti. Grazie alla tecnologia e all’automazione si potrà garantire una maggiore e migliore produttività con un minor inquinamento. È allo studio ad esempio la costruzione di case con moduli o prefabbricati, una pratica che è più sviluppata in alcuni stati ma che potrebbe prendere piedi in tutto il mondo.

Questi moduli presentano una grossa adattabilità, una migliore efficienza e un minor impatto ambientale (si possono ingrandire o smontare con più facilità), risparmio di tempo e denaro. Questo tipo di architettura ecosostenibile sarà utilizzabile soprattutto in un territorio come quello italiano, dove le nuove costruzioni si adatteranno alla perfezione a un paesaggio naturale unico, che va tutelato perché parliamo di un patrimonio importante.

Gli esempi di architettura green

Non serve andare molto lontano per trovare interi quartieri o edifici ecosostenibili, che riducono l’impatto sull’ambiente, fanno risparmiare energia e consumi, riducono l’inquinamento specie se al loro interno racchiudono una serie di servizi che favoriscono una diminuzione degli spostamenti.

L’Europa, soprattutto del nord, è piena di esempi: a Stoccolma c’è il quartiere Hammarby, caratterizzato da social housing, percorsi pedonali e spazi verdi; a Trondheim in Norvegia la centrale elettrica Brattørkaia riesce a immagazzinare energia solare, fornendola anche agli edifici vicini e ai veicoli elettrici, anche in un contesto non del tutto favorevole. Ha ricevuto la certificazione Breeam Outstanding, la più alta del settore sostenibile.

Ma altri esempi ci sono a Lione (quartiere La Duchére); Marsiglia (Smartseille, la Ecocité Euroméditerranée) e Londra (Greenwich Millennium Village). Anche in Italia ci sono degli esempi di trasformazione urbana con una svolta green: pensiamo a Milano e al nuovo quartiere Isola; al quartiere Albere a Trento; alla riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi a Firenze; oppure a CasaNova a Bolzano.

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