L’architettura ripensa gli spazi e le città dopo l’emergenza Coronavirus

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L’architettura ripensa gli spazi e le città dopo l’emergenza Coronavirus

L’architettura ripensa gli spazi e le città dopo l’emergenza Coronavirus

 

La pandemia da Coronavirus ha costretto tutti a uno stop forzato dalla normale attività e quotidianità, costringendoci anche a guardare il mondo e la vita da un altro punto di vista. A porsi delle domande sul futuro è anche l’architettura.

Come andrà immaginato il mondo d’ora in avanti? Gli architetti sono abituati a creare con i loro progetti qualcosa che non c’è, è un mestiere che si basa sull’immaginazione, sull’innovazione e sul futuro. Già da diversi anni l’architettura guarda al mondo con maggiore sostenibilità, consapevole dell’impatto sull’ambiente. Ma ora, dopo l’emergenza da Covid-19, cosa succederà? Come cambieranno gli spazi che andremo a vivere?

I nuovi concetti dell’architettura

In questi giorni i cantieri pubblici e privati stanno riprendendo la propria attività seguendo le nuove disposizioni, che ovviamente riguarderanno anche la riapertura degli studi di architettura e ingegneria.

L’Italia ha un patrimonio architettonico di inestimabile valore, palazzi e chiese storiche che ci invidia tutto il mondo. Dopo questa emergenza, però, ci sarà anche bisogno di nuovi spazi concepiti in un modo totalmente diverso da quelli esistenti, più confortevoli e sostenibili. Questa esperienza porterà anche a rivalutare il concetto di casa e di comunità, con ampi spazi da una parte e maggiore vicinanza agli altri.

I condomini potrebbero essere costruiti all’interno di parchi o con piccoli orti sopra i tetti, con palestre o piscine interne o avendo piccoli servizi come in una sorta di mini quartiere. Le abitazioni dovranno puntare di più su giardini e terrazzi, vera risorsa di aria in questo lockdown, e con una richiesta crescente per chi si appresta a comprare una casa nuova.

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Ripensare le città, i borghi e i servizi comuni

In molti vorranno riscoprire la campagna o i piccoli borghi sempre più abbandonati negli anni passati e che ora torneranno a essere di nuovo molto ricercati perché più al sicuro dalla pandemia. Ma le città andranno ripensate in modo diverso a partire dai mezzi di trasporto. E sulla capitale è al lavoro proprio l’associazione VisioneRoma, che riunisce dieci architetti – tra cui Renato Guidi di Bioedil Progetti – che si stanno confrontano proprio sul futuro architettonico e urbanistico della Città Eterna.

Allo stesso modo andranno ripensati bar, cinema, musei, ristoranti, teatri e anche i centri commerciali, dove sarà vitale avere uno spazio maggiore disponibile all’interno ma anche all’esterno per il distanziamento sociale necessario soprattutto nei prossimi mesi e nel futuro. Un nuovo modo di fruire gli spazi. Per il cinema soprattutto si sta rivalutando il ritorno al “drive-in”.

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) spiega sul portale Lavoripubblici.it quanto sarà importante coinvolgere gli architetti in questa fase che attraversa il paese, proprio per  riflettere «sulla ricostruzione di un modo di vivere diverso, in cui la dimensione spaziale della nostra esistenza assume un ruolo prioritario, finanche di sopravvivenza».

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