Christian Norberg-Schulz e il genius loci: l’essenza interiore dei luoghi

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Christian Norberg-Schulz e il genius loci: l’essenza interiore dei luoghi

Christian Norberg-Schulz e il genius loci: l’essenza interiore dei luoghi

“Il carattere è determinato da come le cose sono, e offre alla nostra indagine una base per lo studio dei fenomeni concreti della nostra vita quotidiana. Solo in questo modo possiamo afferrare completamente il Genius Loci, lo “spirito del luogo” che gli antichi riconobbero come quell’ “opposto” con cui l’uomo deve scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare”. Così scriveva Christian Norberg-Schulz, architetto norvegese conosciuto soprattutto per il suo saggio “Genius Loci. Paesaggio Ambiente Architettura” (1979).

Christian Norberg-Schulz e la fenomenologia dell’architettura

L’opera fu programmatica perché diede avvio a una disciplina fino ad allora sconosciuta, la fenomenologia dell’architettura. Da sempre interessato alle problematiche intimiste, Christian Norberg-Schulz studiò l’architettura e in particolare il suo modo di inserirsi nel paesaggio interagendo con l’uomo e diventando luogo dell’abitare. L’abitare è quindi lo scopo ultimo dell’architettura. Proprio come diceva Heidegger, secondo cui l’uomo abita quando riesce a identificarsi in un ambiente.

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Chi era Christian Norberg-Schulz

Christian Norberg-Schulz fu architetto, professore, critico e teorico dell’architettura. Nacque ad Oslo nel 1926, e si laureò in architettura al Politecnico di Zurigo nel 1949, dove ebbe come professore Sigfried Giedion. Tornato in patria fondò uno studio professionale e nel 1952 creò, insieme ad altri colleghi, il gruppo Pagon (Gruppo degli Architetti Progressisti di Oslo Norvegia), il ramo norvegese del CIAM (Congressi Internazionali di Architettura Moderna).

Genius loci, “essenza interiore” dei luoghi

Costruì pochissimi edifici, ma come teorico dell’architettura Christian Norberg-Schulz ebbe un’influenza straordinaria. Studiò il concetto di luogo come fenomeno naturale e artificiale, e divise la città in tre categorie: paesaggio romantico, cosmico e classico. Per quest’ultimo usò come esempio Roma, città che unisce paesaggio, architettura e classicità, dove ci si sente sempre in intima connessione. I luoghi chiamano, evocano e si lasciano scoprire nella loro “essenza interiore”, che i latini chiamavano appunto genius loci.

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Aiutare l’uomo ad abitare

Secondo Christian Norberg-Schulz l’architettura deve rispettare il luogo, integrarsi con esso, ascoltare cioè il suo genius loci. Deve interpretare ed essere compatibile con ogni luogo, e accrescerne il senso di “appartenenza”. Compito dell’architetto, dunque, secondo l’architetto norvegese, è quello di creare luoghi significativi per aiutare l’uomo ad abitare.

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