Kenzo Tange, l’architetto che rivoluzionò
 la tradizione giapponese

peace centre hiroshima kenzo tange

Kenzo Tange, l’architetto che rivoluzionò
 la tradizione giapponese

Kenzo Tange, l’architetto che rivoluzionò la tradizione giapponese

Ha deciso che sarebbe diventato un architetto vedendo i lavori di Le Corbusier, una vera e propria folgorazione sfogliando una rivista con i suoi disegni. Kenzo Tange è stato uno dei principali rappresentati dell’architettura del Novecento, proprio insieme al grande maestro francese del movimento moderno e a Niemeyer.

Ha creato architetture spettacolari e piani urbanistici avveniristici, rivoluzionando la tradizione del suo paese che aveva gli edifici sviluppati in orizzontale. Lui, invece, aveva lo sguardo rivolto ad occidente e ha portato in Giappone le linee verticali e l’altezza.

È stato il precursore di una nuova tendenza: quella di unire alla tradizione giapponese gli elementi moderni e tecnici occidentali. Innovativa la sua idea di spazio, di puntare verso il cielo e allo stesso tempo di vedere le città non come un centro civico radiale, ma lineare, un quadro urbano aperto e flessibile con piccole comunità.

L'architetto Kenzo Tange
L'architetto Kenzo Tange

La vita e la formazione

Kenzo Tange nasce ad Osaka nel 1913, trascorre l’infanzia in Cina e si laurea a Tokyo all’Imperial University. Architetto e urbanista giapponese del dopoguerra, ha da sempre una grande attenzione per l’edilizia occidentale, e in particolare per le opere di Le Corbusier, di cui ne studia lo stile e la filosofia, prendendo a prestito l’uso di materiali come ferro e cemento armato. Ama anche Michelangelo e l’arte classica italiana.

Dopo aver approfondito gli studi di fisica e matematica, comincia a fare l’assistente nello studio di Maekawa. Quando scoppia la guerra si trasferisce a Tokyo per completare gli studi di architettura, e proprio qui manifesta il suo interesse per l’urbanistica, lo studio delle piazze greche e romane. Si laurea e inizia a realizzare i primi progetti. Diventa professore universitario nel 1946 e fonda il Laboratorio Tange. Tra i suoi collaboratori ci sono Arata Isozaki, Fumihiko Maki e Sachio Ōtani.

Arena per le Olimpiadi di Tokyo del 1964
Arena per le Olimpiadi di Tokyo del 1964

Lo stile

È come se avesse unito con un ponte la tradizione giapponese con la tecnica occidentale, ottenendo stima e ammirazione in tutto il mondo. Lo testimoniano i suoi lavori all’estero (Italia, Francia, Stati Uniti, Arabia Saudita, Singapore) e poi una serie di riconoscimenti che diversi paesi gli conferiscono.

Ma soprattutto l’assegnazione del Premio internazionale di architettura Pritzker nel 1987, per il progetto delle arene olimpiche di Tokyo definito «fra le costruzioni più belle del XX secolo». È il primo architetto giapponese a riceverlo.

Considerato il fondatore del movimento “metabolismo”, è uno dei primi a parlare della città come organismo vivente e su questo concetto nasce il piano per un nucleo abitativo sulla baia di Boston, quando tiene un corso al Massachusetts Institute of Technology nel 1959, e il successivo per la riqualificazione di Tokyo.

Per i critici è un esponente del brutalismo: Tange utilizza infatti il cemento a vista in molti suoi lavori. Il cemento armato grezzo, ad esempio del memoriale di Hiroshima, è per lui il modo giusto per spogliare la struttura da ogni orpello stilistico e importanza, per proiettare l’attenzione del visitatore al contenuto dell’edificio o meglio alla tragedia che deve ricordare. 

Il quartiere affari di San Donato Milanese
Il quartiere affari di San Donato Milanese

Le opere

La maggior parte delle sue opere si trova in Giappone, ma Kenzo Tange lavora  molto anche all’estero. Tra le opere più famose realizzate dell’architetto ci sono il Santuario di Ise, un tempio giapponese; il “Peace Centre” di Hiroshima, il museo della pace simbolo della ricostruzione del dopoguerra terminato nel 1955; la piscina realizzata per le Olimpiadi di Tokyo del 1964; l’edificio della Prefettura di Kagawa, considerato uno dei migliori progetti di Tange; la casa stessa dell’architetto; un grattacielo alto 243 metri che ospita il governo metropolitano di Tokyo (1991).

In Italia realizza: il centro direzionale di Napoli (1995); le torri del quartiere fieristico di Bologna (1972); il quartiere Librino a Catania (1971); il quartiere affari di San Donato Milanese (1999). E poi anche la città, oggi macedone ma allora jugoslava, di Skopje distrutta dal terremoto del 1963; il palazzo della Corte Suprema del Pakistan (1965); il municipio di Kurashiki; il piano per l’Expo 1970 ad Osaka, con al centro la Festival Plaza, una struttura reticolare in acciaio a maglia quadrata, utilizzata come punto di interazione per i visitatori.

Il palazzo della Corte Suprema del Pakistan
Il palazzo della Corte Suprema del Pakistan

L’eredità

Kenzo Tange muore il 22 marzo del 2005, il suo funerale viene celebrato nella cattedrale di Santa Maria a Tokyo progettata proprio da lui. Lascia una grande eredità e uno studio di architettura pieno di allievi e professionisti, che lo hanno sempre circondato di stima e ammirazione.

Credendo molto nel lavoro di squadra,  Tange forma infatti nel 1961 l’Urbanists and Architects Team, che poi è diventato Kenzō Tange Associates. Il figlio Paul Noritaka, laureato ad Harvard, si è unito prima a questa società e poi nel 2002 ha dato vita alla Tange Associates.