Marmomac è l’evento di riferimento a livello mondiale per gli operatori del settore marmo lapideo e si terrà come di consueto a Verona, dal 27 al 30 settembre. Quattro giorni di mostre, convegni e iniziative presso la Fiera di Verona legati alla filiera del marmo, dai prodotti grezzi ai semilavorati, fino alle sue applicazioni, con lo sguardo rivolto alle nuove tecnologie.

L’edizione del 2016 ha visto la presenza di oltre 67 mila operatori da 146 paesi diversi e le previsioni confermano che la cornice di pubblico per il 2017 sarà ancora maggiore. Il segreto di questa kermesse è la poliedricità: attraverso una serie di iniziative parallele e comunicanti, nel corso degli anni la manifestazione si è trasformata nel fulcro dell’interscambio globale di pietra naturale.

Fra le più interessanti, The Italian Stone Theatre, il padiglione dedicato alla cultura e alle sperimentazioni di materiali e macchinari, con pietre e tecnologie realizzato anche quest’anno grazie al Piano di Promozione straordinaria del Made in Italy proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Curato dall’architetto Vincenzo Pavan e dal designer Raffaello Galliotto, il padiglione è diventato un polo di sperimentazione di tecnologie, materiali e macchinari e il luogo prediletto da architetti, progettisti e designer di fama mondiale.

L’evento di riferimento per quest’anno sarà la mostra Territorio e Design, un’esposizione che approfondisce le tematiche legate al progetto di design litico, approfondendo le varietà dei materiali presenti nella penisola italiana. L’apporto di nuove tecnologie di taglio, lavorazione e modellazione ha consentito alla pietra di raggiungere il livello degli altri materiali più in voga e gli espositori coinvolti “si daranno battaglia” a suon di prodotti e oggetti di arredo indoor realizzati con le tecnologie più innovative.

Le mostre saranno affiancate dalla Forum Area che ospiterà convegni, dibattiti, lectio magistralis e workshop sul mondo della pietra naturale promossi dalla Marmomac Academy e finalizzati all’acquisizione di crediti formativi per i professionisti.

Fra le tante iniziative durante i giorni della manifestazione, si segnala il Marmomac & The City, allestimento tra le vie e le piazze della città scaligera, con installazioni in pietra: dodici opere realizzate con macchinari sofisticati verranno esposte nella cornice dei palazzi e dei monumenti storici di Verona nel tentativo di connettere passato, presente e futuro attraversole tecnologie e la lavorazione della pietra.

Il Wine Bar propone per l’occasione il Marmito, un cocktail nato nel 2016 e ispirato al Marmomac, creato per l’occasione dai barman della Bartenders Academy di Verona, mentre all’interno di uno spazio scenografico concepito ad hoc per la rassegna, segnaliamo il Ristorante d’Autore “Rosso Verona”, omaggio alla città di Verona e alla sua architettura dominata da rosso ammonnitico, dai tufi e dalla pietra di Prun.

Uno spazio libero dedicato all’Architettura. “Freespace” è il nome scelto per la 16° Biennale di Architettura del 2018 da Yvonne Farrell e Shelley Mcnamara che si terrà dal 26 maggio al 25 di novembre 2018.

Le due architette dello studio Grafton Architects di Dublino, nominate alla direzione della manifestazione su proposta del Presidente Paolo Baratta, hanno spiegato nel corso della presentazione della manifestazione la volontà di «rivelare la complessità, la diversità, la specificità e la continuità di un’architettura che deve essere, per noi, sempre più ispirata alle persone, al luogo, al tempo, alla storia, alla cultura di ognuno»

Un evento, Freespace, che proporrà, almeno nelle intenzioni delle curatrici, «un coinvolgimento emotivo e intellettuale» lungo il percorso per «comprendere l’architettura, stimolare il dibattito sui valori centrali dell’architettura e celebrare il contributo reale e duraturo che l’architettura offre all’umanità».

La manifestazione, che si terrà nei Giardini della Biennale e negli spazi dell’Arsenale, ospiterà opere che permettano di «riesaminare il nostro modo di pensare, stimolando nuovi modi di vedere il mondo e di inventare soluzioni in cui l’architettura provvede al benessere e alla dignità di ogni abitante di questo fragile pianeta». Fra gli ispiratori della coppia Farrell-Mcnamara ci sono Jørn Utzon, Angelo Mangiarotti e Lina Bo Bardi.

Riprendere e rilanciare la narrazione avviata nel biennio precedente da Alejandro Aravena, rivela Baratta, è lo spirito con cui ha selezionato le due co-fondatrici del pluripremiato studio, già ospite nel 2002, nel 2012 – vincendo il Leone d’Argento con il progetto del nuovo Campus UTEC dell’Università di Lima – e nel 2016 con il progetto “The Physics of Culture”. Se nel biennio precedente si era indagato il rapporto tra architettura e società civile, ora la ricerca si è spostata vero «la qualità dello spazio pubblico e privato». In uno spazio libero, appunto