Palazzo Sanfelice: l’architettura diventa protagonista in tv

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Palazzo Sanfelice: l’architettura diventa protagonista in tv

Palazzo Sanfelice: l’architettura diventa protagonista in tv

 

La televisione ha il potere di far posare milioni di occhi su città e posti incredibili del nostro Paese. L’ultimo in ordine temporale è il successo della fiction targata Rai Uno “Mina Settembre” che ha messo in luce per milioni di italiani, ma non per i napoletani, il meraviglioso e incredibile Palazzo Sanfelice del Rione Sanità.          

La storia e le caratteristiche di Palazzo Sanfelice

La storia della fiction è tratta dai racconti di Maurizio De Giovanni. La protagonista è una assistente sociale che ha il suo ufficio nel consultorio ricostruito all’interno di Palazzo Sanfelice, un edificio del ‘700 appartenuto e progettato dall’architetto Ferdinando Sanfelice, da cui appunto trae il suo nome. Il progetto risale agli anni tra il 1724 e il 1728, il palazzo monumentale fu realizzato in una zona fuori dalle mura, ritenuta più salubre (da qui il nome Sanità) rispetto al centro, che era un’area molto più affollata. L’architetto acquisto un edificio accanto preesistente, che fu inglobato nel progetto della sua nuova residenza. Per questo la struttura presenta due corpi distinti, uniti da una facciata esterna principale, e ha due ingressi.

Il palazzo d’epoca sembra uguale a tanti altri presenti a Napoli, con stucchi, ampie finestre e balconi, ma nasconde una sorpresa incredibile: i diversi cortili interni e la suggestiva scalinata sanfeliciana. Panorami che chi segue la fiction della Rai sta apprezzando, visto l’interesse suscitato sui social e su internet. Sanfelice fu un architetto molto creativo del ‘700 napoletano, a cui è riconosciuta l’idea innovativa delle forme dei cortili e delle scalinate, non nascoste o laterali, ma posizionate davanti all’ingresso. Sanfelice quindi dava massimo rilievo alle scalinate, facendole diventare protagoniste dei suoi edifici.

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dettaglio scalinata palazzo sanfelice

I meravigliosi cortili geometrici e i portali di accesso

I due edifici hanno cortili e scale differenti. Il primo cortile è a pianta ottagonale e consente l’accesso al vestibolo, dove si possono ammirare anche degli affreschi di stemmi nobiliari. Qui c’è anche la famosa scalinata a doppia rampa e cinque archi su tre piani che ripercorre le pareti ottagonali. Il secondo cortile è a pianta rettangolare con un’altra scala sanfeliciana (cinque arcate per piano) ma ad ali di falco, che poi si apre sul giardino retrostante. L’intreccio di scale e ballatoi e gli ampi archi permettono allo sguardo di andare oltre la struttura della facciata sul cortile, creando un effetto scenografico davvero suggestivo e particolare. La copertura delle scale d’ingresso è realizzata con pietra di lavagna, una scelta dell’architetto per onorare le origini liguri della moglie.

portali di accesso sono gemelli e realizzati in piperno e marmo, hanno originali decorazioni in stucco raffiguranti sirene che sorreggono il balcone del primo piano e al centro ci sono delle epigrafi con iscrizioni che esaltano la figura dell’architetto.

Il palazzo ha fatto da sfondo anche ad altre pellicole famose come “Questi fantasmi”, “Le quattro giornate di Napoli”, “Piedone lo sbirro”, “Pupetta – Il coraggio e la passione”, alcune scene di “Gomorra – La serie” e ancora “Il sindaco del rione Sanità”.

Una scalinata simile è presente anche nel Palazzo dello Spagnolo, costruito a Napoli nel 1738 per il marchese Moscati e poi abitato anche dal nobile Atienza. Il palazzo è stato attribuito a Sanfelice proprio per le caratteristiche praticamente identiche a quello dell’omonimo palazzo dell’architetto, ma risultano i pagamenti all’ingegnere Attanasio. In quel periodo però Sanfelice pare fosse costretto a nascondersi e a celarsi sotto altri nomi per il ritorno dei Borboni.

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