Professione architetto: il cambiamento nell’ultimo secolo in una mostra al Maxxi

Professione architetto: il cambiamento nell’ultimo secolo in una mostra al Maxxi

Professione architetto: il cambiamento nell’ultimo secolo in una mostra al Maxxi

 

Il Maxxi dedica una mostra alla crescente presenza femminile nel mondo dell’architettura e all’evoluzione della professione di architetto nel corso di un secolo. Inaugurata poco prima di Natale e aperta fino all’11 settembre, l’esposizione “Buone Nuove – Donne in architettura” affronta la tematica del cambiamento antropologico con un viaggio che parte dalle pioniere del ‘900 fino ad arrivare alle archistar di oggi. La constatazione di una forza nuova nell’architettura contemporanea, spinge il Maxxi ad analizzare con attenzione e cura il lavoro degli studi internazionali diretti o co-diretti da donne progettiste ma anche dei collettivi multidisciplinari.

Buone Nuove – Il concetto

La mostra fa un excursus nella storia e nei nomi di quelle donne che hanno avuto nell’architettura un impatto caratterizzante: si parte dalla prima donna laureata in architettura, Signe Hornborg, era il 1890 ad Helsinki, per arrivare a Zaha Hadid, la prima a ricevere il premio Pritzker nel 2004. Ma si racconta anche la storia e il lavoro di Norma Merrick Sklarek, la prima afroamericana ad avere accesso alla professione nel 1954, quello di Charlotte Perriard icona del design modernista. C’è anche la paesaggista italiana Maria Teresa Parpagliolo.

MAXXI_BuoneNuove_Natalie Griffin De Blois Natalie Griffin de Blois
University of Texas at Austin, School of Architecture Archives: Visual Resources Collection records, Alexander Architectural Archives
Credit: Debbe Sharpe

 

Si tratta di un viaggio incredibile in cui nel corso di un secolo la presenza femminile si è fatta sempre più forte e autorevole, superando il concetto del grande maestro a capo di uno studio. Un cambiamento che mette in mostra una evoluzione del mondo dell’architettura ma anche della società stessa, sempre più attenta a combattere forme di discriminazione, questioni sociali, ambientali e tecnologiche. L’Italia in questa trasformazione è protagonista, con tante donne tra i migliori progettisti. Ma ciò che se ne avvantaggia di questa evoluzione è l’architettura stessa, capace di andare con lo sguardo oltre e di rispondere alle mutate esigenze del mondo e dei cittadini.

Donne in architettura – La mostra

La mostra si articola in quattro aree: Storie (protagoniste 85 donne che hanno segnato la crescita e l’evoluzione della professione), Pratiche (i lavori di 11 progettiste considerati esemplari, da ammirare con video, prototipi, modelli, fotografie e installazioni), Narrazioni (12 interviste di importanti personaggi del mondo dell’architettura) e Visioni (5 video per riflettere su identità di genere e spazio). Inoltre, c’è l’installazione “Unseen” della messicana Frida Escobedo, un omaggio ad Anni Albers, eroina del Bauhaus. L’opera vuole far riflettere sul tempo in architettura e sull’invisibilità della figura femminile.

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MAXXI_BuoneNuove_Jeanne Gang
Studio Gang
Gilder Center, New York
Credit: StudioGang