Il Pnrr per il rilancio e la riqualificazione degli edifici storici, del paesaggio rurale e dei borghi d’Italia

paesaggio rurale e piccoli borghi

Il Pnrr per il rilancio e la riqualificazione degli edifici storici, del paesaggio rurale e dei borghi d’Italia

Il Pnrr per il rilancio e la riqualificazione degli edifici storici, del paesaggio rurale e dei borghi d’Italia

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) punta a dare un nuovo aspetto e assetto ai piccoli luoghi italiani, che sia essi rurali o borghi, con l’obiettivo architettonico del recupero di edifici storici, ma anche con lo sviluppo di un nuovo turismo post pandemia e il rilancio delle professioni e dell’economia. I fondi stanziati in diversi progetti andranno per interventi che riguardano il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico, del paesaggio rurale e degli edifici storici e un’altra parte per il recupero e lo sviluppo dei borghi italiani. Lo scopo è quello di rigenerare i piccoli siti culturali, proteggere e valorizzare l’architettura e il paesaggio rurale, gli edifici storici e gli elementi caratteristici di questi paesaggi, favorendo lo sviluppo locale e di conseguenza anche il turismo. Discorso che vale anche per i borghi italiani, la rinascita di arti e mestieri locali, la diffusione di tradizioni e culture.

Tutela e valorizzazione degli edifici storici e del paesaggio rurale

Il Ministero della cultura a livello nazionale ha stanziato 600 milioni di euro per la tutela e la valorizzazione degli edifici storici e del paesaggio rurale. L’obiettivo è quello di proteggere e preservare questi luoghi del nostro patrimonio artistico e architettonico, favorendo quindi sia la conservazione che il recupero della qualità. Ma allo stesso tempo si vuole favorire il turismo culturale sostenibile, legato alle tradizioni del posto, favorire la scoperta di aree più periferiche dell’Italia. Sono, quindi, interventi che riguardano determinate zone e non centri abitati e urbani, ma edifici storici particolari come mulini sia ad acqua che a vento, strutture rurali come fienili, pozzi, forni, o luoghi di culto come piccole cappelle e immagini votive. Migliorando il paesaggio circostante si evitano l’abbandono e il degrado, che questi luoghi hanno subito nel corso degli anni, si creeranno anche posti di lavori. L’obiettivo è quello di restituire queste zone alla collettività, riqualificare il territorio e valorizzare l’artigianato locale.

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Il rilancio dei borghi italiani

Con oltre un miliardo di euro stanziati, il Pnrr punta anche al rilancio di 250 borghi italiani. Di questa somma messa a disposizione, 420 milioni di euro sono destinati a 21 borghi disabitati o in declino e sono stati individuati da Regioni e Province autonome; 380 milioni di euro invece sono previsti per altri 229 borghi selezionati con avvisi pubblici comunali; e poi ci sono altri 200 milioni per le imprese interessate al progetto “Il turismo delle Radici”. Tra i 21 borghi in declino e selezionati ci sono: Rocca Calascio in Abruzzo con la realizzazione di un albergo diffuso, di un campeggio e di servizi mancanti; borgo di Campolo in Emilia Romagna con interventi di restauro di beni pubblici e privati e la realizzazione di una scuola per la formazione edile; borgo Castello in Friuli Venezia Giulia con un progetto di rigenerazione urbana per la riqualificazione degli spazi; borgo Cunziria in Sicilia (in foto) con la riqualificazione del centro, della biblioteca, di un museo, la ripopolazione e la creazione di forme di occupazione; borgo alpino di Fontainemore in Valle d’Aosta per promuovere la filiera agroalimentare locale.

Paesaggio rurale e borgo Cunziria in Sicilia

Per gli altri 229 borghi storici i fondi serviranno per rigenerazione culturale, rivitalizzazione sociale ed economica, rilancio occupazionale e contrasto allo spopolamento. Si tratta di interventi che puntano anche a digitalizzare e a innovare i piccoli borghi, seguendo l’onda iniziata con la pandemia di lasciare le grandi città per ritrovare una dimensione di vita diversa, rivolta al benessere psico-fisico e al ripopolamento delle periferie e degli spazi rurali di cui il nostro Paese è ricco.

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