La sfida del futuro: combattere l’innalzamento delle temperature e il caldo urbano partendo dalle strade e dai tetti

phoenix caldo urbano

La sfida del futuro: combattere l’innalzamento delle temperature e il caldo urbano partendo dalle strade e dai tetti

La sfida del futuro: combattere l’innalzamento delle temperature e il caldo urbano partendo dalle strade e dai tetti

 

Combattere il “caldo urbano”, avere città più fresche e più sane. È questo l’obiettivo dell’associazione americana GCCA (Global Cool Cities Alliance) attiva dal 2010 e che studia soluzioni per un mondo più sostenibile e in grado di attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici soprattutto nelle grandi e affollate metropoli. La lotta contro l’innalzamento delle temperature sarà la sfida del futuro da cui dipenderanno milioni di vite umane. Cominciando dalle misure per ridurre l’emissione di calore dai marciapiedi, dalle strade e dai tetti. Bisogna considerare due aspetti: il primo è che entro il 2040 il 70% della popolazione vivrà in aree urbane molto vaste; e il secondo che pavimenti e coperture occupano il 60% delle superfici cittadine (i tetti circa il 20-25% e l’asfalto circa il 40%). Inoltre, questi rivestimenti in generale (tranne che in alcune parti del mondo come Grecia e India) sono scuri e assorbono l’80% della luce solare, che viene convertita in calore.

Cool roof

GCCA lavora per far attivare politiche e programmi che portino a mitigare il calore urbano sia a livello di edifici che di strade e quindi a rendere le città più fresche e vivibili abbassando la temperatura. Spesso, infatti, i tetti degli edifici sono scuri e quindi assorbono calore: una superficie di colore chiaro, invece, riflette la luce solare e quindi non trasforma l’energia in calore. Già utilizzando tonalità chiare per ricoprire gli edifici si potrebbe ridurre la temperatura. I “cool roof” consentono la riduzione del consumo di energia abbassando il numero di richieste di aria condizionata. Una recente ricerca dimostra, infatti, che un tetto bianco riduce le esigenze di condizionatori del 20%.

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Il raffreddamento urbano e la pavimentazione stradale

L’asfalto ricopre in media circa un terzo della superficie di ogni città considerando le strade, i parcheggi e i marciapiedi e assorbe molta energia solare, riscaldando la città. Quella sensazione che percepiamo in estate con le temperature alte e che ci fa pensare all’asfalto che si scioglie sotto i nostri piedi non è frutto della mente. Anzi è un problema reale che riguarda soprattutto quei paesi e quelle aree cittadine più emarginate, dove un altro tipo di pavimentazione non è economicamente sostenibile.

Per questo è nato il Cool Roadways Partnership (CPR) per ridurre il caldo urbano coinvolgendo città, funzionari pubblici e responsabili, studiando un modo per affrontare questa problematica con l’impiego dei riflettori solari e di altre soluzioni (l’uso di coperture chiare ad esempio) che riescano a fornire delle pavimentazioni cittadine più sostenibili per il clima ma anche economicamente.

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Gli esempi delle città americane: Phoenix e Los Angeles

Phoenix è una delle città più calde d’America (non a caso sorge praticamente su un deserto) e ha problematiche serie che derivano dal “caldo urbano”. Per questo negli ultimi anni è partito un piano d’azione contro il calore con la ripavimentazione dei marciapiedi con un materiale riflettente i raggi del sole e quindi più fresco. Sono state poi installate delle strutture ombreggianti alle fermate degli autobus, creati degli spazi alberati e pensati dei sistemi per il recupero dell’acqua.

Un’azione simile è stata messa in atto anche a Los Angeles, dove per ridurre lo smog e il calore urbano si stanno ripavimentando le strade e rifacendo i tetti con colori chiari. Si sta, inoltre, provvedendo alla ripiantumazione di alberi da ombra.

Ma la siccità e le problematiche di Phoenix o di Los Angeles sono le stesse che entro il 2050 potrebbero dover affrontare anche altre città. I cambiamenti climatici ormai stanno coinvolgendo tutto il mondo e sono diversi gli studi che prevedono un caldo estremo anche a Boston, Atlanta, Seattle e Roma. È necessario, quindi, intervenire subito con una “ristrutturazione urbana” volta a ridurre il calore e il caldo in città, perché un piano d’azione non è più rimandabile.

“La Cool Roadways Partnership si basa sul lavoro che abbiamo svolto negli ultimi quattro anni a Los Angeles per testare prodotti stradali in grado di rinfrescare, collaborare all’innovazione e contribuire a raggiungere il nostro obiettivo più ampio di raffreddare la città” ha dichiarato in una nota Greg Spotts, Assistant Director e Chief Sustainability Officer per il Bureau of Street Services per la città di Los Angeles.

“La strumentazione spaziale della NASA sta ora dimostrando che le nostre fantastiche installazioni stradali stanno anche riducendo le temperature nell’area circostante. Siamo lieti di unirci alla partnership per aiutare ulteriormente l’uso e la disponibilità di queste importanti soluzioni”.

Secondo la Global Cool Cities Alliance, la necessità di proteggere le persone dall’aumento delle temperature è una delle sfide cruciali di resilienza e sostenibilità del 21° secolo poiché il calore ha implicazioni negative per quasi ogni aspetto delle nostre comunità, inclusi salute e benessere, qualità dell’aria e dell’acqua, infrastrutture, consumo energetico e prosperità economica.

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