Mobilità sostenibile: l’Italia investe per nuove infrastrutture

Mobilità sostenibile: l’Italia investe per nuove infrastrutture

L’Italia ha un gap da recuperare sul fronte trasporti e il PNRR anche in questo campo potrà essere utile per apportare quei cambiamenti necessari per migliorare la rete ferroviaria e non solo del nostro Paese. Bisognerà intervenire e modificare la mobilità sostenibile entro il 2030, riducendo le emissioni di CO2 come richiesto dalla UE per la lotta ai cambiamenti climatici. Si tratta di investimenti per metro, tram, treni e piste ciclabili per ridurre l’impatto sull’ambiente e agevolare spostamenti che inquinino di meno sia in città che sulle lunghe distanze. A tracciare il quadro della situazione e di quello che potrà avvenire nei prossimi anni è il rapporto annuale “Pendolaria 2022” di Legambiente.

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La situazione in Italia

La situazione trasporti in Italia accusa ancora un gap tra nord e sud, ma anche tra città e centri più piccoli, per non parlare del confronto con l’estero. L’obiettivo è quello di ridurre distanze e disuguaglianze territoriali ma anche di emissioni di CO2. È stato ancora un anno di disagi per i pendolari, nonostante la pandemia abbia ridotto l’affluenza dei passeggeri sui mezzi pubblici. Tra le tratte peggiori nel nostro Paese ci sono Roma-Lido, Roma-Viterbo, alcune tratte lombarde e la Circumvesuviana. Troppo poche, poi, le piste ciclabili realizzate in questi due anni, che non sono riuscite a integrare il trasporto pubblico locale. Tra i segnali positivi la volontà degli italiani di non utilizzare la macchina negli spostamenti quotidiani e il rinnovo dei treni in circolazione.

Il confronto con l’Europa

La mobilità è uno dei problemi principali delle grandi città. Nel Rapporto di Legambiente, infatti, è palese come l’Italia abbia appena 248,9 chilometri di metro, addirittura è inferiore o di poco superiore alla rete di singole città come Madrid (291,3 km) e Parigi (221,4km). Paragone che non ha storia se si prendono ad esempio le nazioni: Regno Unito 675,9 km, Germania 656,5 km e Spagna 613,8 km

Negli ultimi tre anni è stato inaugurato solo un tratto di linee metropolitane pari a 1,7 km; per le tranvie gli ultimi 5 km inaugurati risalgono al 2019; mentre sono saliti solo gli investimenti per strade e autostrade. In Italia cresce il trasporto dei treni ad alta velocità con un 114% di passeggeri, mentre scende quello degli Intercity (-47%). Le regioni del centro sud come Campania, Abruzzo, Calabria, Basilicata e Molise accusano i ritardi maggiori in fatto di spostamenti, con treni lenti e vecchi.

Nuove infrastrutture e mobilità sostenibile

Per sostenere la mobilità sostenibile nel nostro Paese sono stati stanziati 26 miliardi di euro per il trasporto ferroviario. Gli interventi dovranno essere realizzati entro il 2026 e in cantieri ci sono quasi 800 chilometri di nuove linee ad alta velocità, potenziamenti di collegamenti trasversali, oltre a elettrificazione e installazioni di sistemi di sicurezza e controllo per circa 1600 km di rete, per portare la percentuale da 69,5 a 77,8.

Tra PNRR, Recovery Plan e risorse statali sono stati stanziati altri fondi per il trasporto rapido di massa. In questo caso andranno sistemati 116,5 chilometri di metro nelle principali città come Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli e Catania; 237,7 km di tranvie di Milano, Bergamo, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari e Sassari; 102,9 km di filobus e busvie. Sono, inoltre, previste altre risorse per le linee regionali, per il rinnovo di treni intercity e forse anche convogli a idrogeno.

Gli obiettivi da porsi sono: aumentare i mezzi pubblici elettrici, sostenere la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico urbano, incentivare car o bike sharing. Quello che occorre è un cambiamento profondo della mobilità per raggiungere gli standard europei e ridurre le emissioni e le disuguaglianze territoriali.

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