Otto Wagner, l’architetto che insieme a Klimt adeguò l’arte allo stile di vita contemporaneo

St. Leopold am Steinhof - Otto Wagner

Otto Wagner, l’architetto che insieme a Klimt adeguò l’arte allo stile di vita contemporaneo

Otto Wagner, l’architetto che insieme a Klimt adeguò l’arte allo stile di vita contemporaneo

 

“Tutto ciò che è creato con criteri moderni deve corrispondere ai nuovi materiali e alle esigenze del presente”. L’affermazione estremamente contemporanea, in particolare rispetto al periodo storico che stiamo vivendo, appartiene all’architetto e urbanista austriaco Otto Wagner e apre la prima sezione della mostra romana “Klimt. La Secessione e l’Italia” a Palazzo Braschi fino al 27 marzo 2022. Il pittore Gustav Klimt (1862-1918) e l’architetto Otto Wagner sono due tra i tanti artisti della Secessione Viennese (1897), il movimento che adegua l’arte agli stili di vita contemporanei. Anzi Wagner per molti versi ne è stato il precursore. Entrambi sono gli artefici della costruzione e della decorazione degli edifici del Ring, creando per la prima volta una rottura con il passato. Fu l’imperatore Francesco Giuseppe nel 1857 a voler abbattere le mura di Vienna e a far realizzare la doppia strada alberata, la Ringstrasse appunto, con caffè, edifici e giardini ognuno con uno stile storico pensato per la singola funzione.

Chi era Otto Wagner

Nato a Vienna (1841-1918), Otto Wagner fu un architetto e un urbanista di grande spessore. Comincia a lavorare inizialmente per residenze private e case d’affitto. La notorietà arriva con l’incarico di allestire i cortei delle nozze d’argento (1879) dell’imperatore Francesco Giuseppe e dell’imperatrice Elisabetta “Sissi” e del matrimonio della principessa belga Stephanie con il principe Rudolf.

Il suo concetto di architettura

Quello che contraddistingue Wagner è il suo concetto di unire monumentalità e funzionalità: ovvero di mettere insieme la maestosità degli stili storici e le necessità dell’epoca moderna. La sua idea è visibile nell’Osterreichische Landerbank a Vienna. Quando intraprende la carriera didattica alla fine del 1800, Wagner diventa anche autore del noto scritto “Architettura moderna”, una sorta di guida per i suoi allievi dove vige il principio che “non può essere bello qualcosa che non sia anche funzionale”. Principio che poi lui applica nelle sue opere, tra cui la metropolitana di Vienna.

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“Ogni nuova creazione – si legge nel testo “Architettura moderna” di Wagner –, se vuole essere veramente moderna, deve corrispondere alle esigenze del nostro tempo e ai nuovi materiali, deve esprimere nel migliore dei modi la nostra mentalità democratica e responsabile, deve tener conto delle enormi conquiste tecniche ed economiche e dello spirito pratico tipico dell’uomo moderno […]. A differenza dei nostri predecessori, ai quali erano stati tramandati pochi motivi e avevano poche possibilità di scambio coi popoli vicini, noi, grazie ai nuovi rapporti sociali e alle conquiste di questi tempi, abbiamo a disposizione tutta la scienza e le possibilità del mondo”.

Villa realizzata da Otto Wagner

La Secessione Viennese

Wagner aderisce alla Secessione Viennese, movimento antiaccademico sorto in contrapposizione ai tradizionalisti del Kunstlerhaus, un’adesione che lo vede al fianco dell’amico Gustav Klimt e come abbiamo detto ne è stato in parte precursore. Si fa sempre più forte la convinzione di alcuni principi che mette in pratica nei suoi progetti, ovvero semplicità e funzionalità, uno stile utile e innovativo, sempre più orientato al futuro che al passato, utilizzando materiali nuovi e originali e tecnologie. Tra i lavori di questo periodo ci sono la chiesa St. Leopold am Steinhof, i progetti mai realizzati del Palazzo della Pace all’Aia e della House of Glory a Washington. Torna poi a dedicarsi ai lavori di inizio carriera come le case d’affitto. Una delle sue ultime opere è, invece, la Chiesa della Pace a Vienna, che lui stesso definì come una delle migliori.

Il legame tra Wagner e Klimt

Il legame tra l’urbanista e Klimt continua nel segno di un altri due architetti Joseph Maria Olbrich (1867-1908) e Josep Hoffmann (1870-1956), esponenti della Secessione e allievi di Wagner. Olbrich, infatti, ha progettato e costruito il Palazzo della Secessione a fine 1800, un luogo di esposizione per le opere d’arte dei secessionisti ed è qui che tuttora viene conservato il “Fregio di Beethoven”, un murale lungo più di 34 metri disposto su tre pareti. L’imponente e bellissima opera è inserita nell’esposizione di Roma ed è una rappresentazione della Nona Sinfonia del compositore. Hoffmann, invece, ha progettato Palazzo Stoclet nei sobborghi di Bruxelles, un edificio maestoso le cui decorazioni a mosaico sono di Klimt.

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