Il progetto di rinascita del mercato testaccio
Il progetto di rinascita del mercato testaccio
La rinascita del Mercato Rionale di Testaccio nei nuovi spazi tra via Galvani, via Franklin, via Ghiberi e via Manuzio è stato affidato nel 2007 da Bioedil Progetti.
Nel nuovo isolato di circa un ettaro, la società di Progettazione architettonica e ingegneristica romana ha previsto spazi con destinazioni commerciali, pubblici esercizi e abitazioni per studenti oltre a parcheggi pubblici e pertinenziali di norma. Dopo i primi lavori di scavo da parte della Sovrintendenza archeologica è emerso come il sottosuolo fosse ricco di reperti archeologici risalenti fino all’epoca romana. In particolare l’area interessata dal progetto era già sede di un mercato romano, oltre duemila anni fa. L’importanza del luogo e del progetto è sottolineata dal risalto che l’avvio dei lavori, alla presenza del Sindaco di allora Walter Veltroni, venne dato sulla stampa locale e nazionale. Repubblica titolava “Testaccio: Le memorie degli schiavi diventano un museo sotto il mercato” (Renata Mambelli, P. V, 15/07/2007); Il Messaggero parlava di “scavo archeologico più esteso della città Eterna” (Luca Brugnara, “Testaccio, al mercato come ai tempi di Augusto”., p.41, 15/07/2007); cosi come Il Tempo (“Testaccio, nuovo look per il mercato ‹‹Richetto››”, p. 29, 15/07/2007) e Il Corriere della Sera (Lilli Garrone, “Testaccio, mercato con vista sulla storia”, p. 2 Cronaca di Roma) dedicavano una articolo alla notizia sottolineando l’importanza della Storia del quartiere nel nuovo progetto.
Scheda tecnica
Importo lavori
17.500.000 Euro
Data progetto
2007
Stato
Realizzato
Incarico
Progettazione architettonica definitiva ed esecutiva
Committente
COGEIM S.p.A./PMT Progetto Mercato di Testaccio S.r.l.
Destinazione
Residenze studenti, Spazi Museografici, Sale Polivalenti e Multimediali, Biblioteca Multimediale, Commerciale
In epoca romana Testaccio era già sede di un mercato. La zona era un vero e proprio centro commerciale. Nelle immagini d’epoca il quartiere alla fine del diciannovesimo secolo caratterizzato dal famoso Monte dei Cocci
Una storia che viene da lontano
Due secoli prima della nascita di Cristo i Consoli della Repubblica Romana decisero di edificare un nuovo e più grande porto per sostenere l’impetuosa crescita della città e dei suoi commerci. L’Emporium venne così costruito nell’area a sud dell’Aventino, che divenne presto il centro commerciale dell’Urbe.
Vicino la Porticus Aemilia iniziarono a sorgere depositi e magazzini per le merci, mercati a cielo aperto le cui tracce sono rimaste diffuse in tutta l’area. Proprio gli scarti delle anfore utilizzate per il trasporto delle merci, le textae, crearono negli anni il Monte dei Cocci (mons Testaceus) e diedero il nome al quartiere (si stimano circa 25 milioni di resti di anfore accatastate). Ad anni di prosperità e commercio seguirono anni di abbandono e degrado. Con la fine dell’Impero, Testaccio seguì il percorso di lento declino che accompagnò gran parte della città.
Nel medioevo e in epoca moderna sono presenti rare tracce di uso del quartiere per gite di diporto (i ‘prati di Testaccio’), per la via crucis o per il carnevale romano (ludus Testaccie). Solo nel XIX° secolo con Roma capitale del Regno d’Italia, Testaccio tornava nei progetti delle differenti amministrazioni cittadine. Il nuovo nucleo del quartiere, cresciuto attorno a Piazza Testaccio, viene edificato in questi anni assieme all’avvento di stazioni, trasporti e industrie. Il quartiere, divenuto operaio, viene elevato a Rione nel 1921 e continua la sua crescita fino agli anni della guerra che lo videro pesantemente bombardato.
Il secondo dopoguerra segna allora l’inizio di un lungo periodo contrassegnato da un progressivo decadimento degli insediamenti produttivi e Testaccio torna ad apparire come un luogo in abbandono. È solo a partire dai primi anni Novanta del secolo scorso che si apre una nuova fase di trasformazione e valorizzazione che continua fino ad oggi.
Nel quartiere vengono avviati significativi cambiamenti sollecitati soprattutto dal riuso dell’ex Mattatoio, che ospita importanti attività didattico-culturali: l’Accademia di Belle Arti, la Facoltà di Architettura di Roma Tre, il museo MacroFuture e altre iniziative che hanno accompagnato un restyling e una seconda giovinezza dell’area. La dismissione del vecchio mercato rionale, che occupava l’intera area di piazza Testaccio, diveniva allora un’occasione irrinunciabile per un intervento di riqualificazione urbana che ha riconsegnato al quartiere da un lato la sua Piazza Testaccio e dall’altro il suo Mercato Rionale.
ENERGIA DAL SOLE
Le coperture sono tutte, tranne quelle di bordo, utilizzate per posizionare dei pannelli fotovoltaici. L’inserimento architettonico dei pannelli è perfettamente garantito in quanto i pannelli sono posizionati nello spessore delle HEA dell’attacco al cielo e riprendono il motivo che in una fase precedente di progetto avevano una serie di lamelle frangisole.
Il Nuovo progetto
Il nuovo progetto presentato da Bioedil Progetti ha deciso quindi di abbracciare in pieno i ritrovamenti archeologici attraverso la possibilità di costituire un museo/area archeologica (vedi le date degli Open Day) e dall’introduzione nella stessa area mercatale di un’apertura con lo scopo di osservare dall’alto le antiche rovine. In particolare l’isolato oggetto dell’intervento è stato suddiviso in tre parti funzionali: Mercato, il Viale e i Servizi Commerciali, Pubblici e coabitativi. Nello specifico sono stati oggetto di nuova progettazione la pavimentazione dell’area pubblica pedonale che collega i due edifici (mercato e commerciale), la configurazione degli spazi commerciali e il prospetto del mercato verso via Volta.
La pavimentazione è stata regolarizzata con un disegno uniforme e continuo tra tutte le parti che compongono il progetto. In particolare si è ottenuto di evidenziare la “continuità” tra gli spazi coperti e aperti nel passaggio dal coperto del mercato all’aperto di via Volta al nuovamente coperto della galleria che attraversa l’edificio commerciale, esaltando cosi un principio che attraversa tutto il progetto: l’accezione di tutto il piano terra come di una piazza e uno spazio pubblico.
Bioedil Progetti ha ideato la pavimentazione dell’area pubblica pedonale che collega i due edifici (mercato e commerciale), la configurazione degli spazi commerciali e il prospetto del mercato verso via Volta
LA MODULARITÀ
A conferma del processo virtuoso di tale prefabbricazione si osserva come il “modulo base” non sia un elemento estraneo al progetto ma al contrario è proprio l’elemento base del mercato: il banco 4×5 mt. I due lati di diversa misura determinano la modularità di tutto il progetto: 5 mt per tutti gli elementi con sviluppo parallelo alle via Franklin/Ghiberti e 4 mt per tutti gli elementi con sviluppo parallelo alle vie Manuzio/Volta.
Gli spazi commerciali si inseriscono esattamente nel profilo del mercato determinando solo un diverso perimetro limitatamente al punto sopra indicato. Tale maggiore spessore ha positivamente determinato la possibilità di offrire la praticabilità di una parte del piano copertura del mercato ampliando di fatto la superficie a “piazza” attraverso la realizzazione di una rampa per superare il piccolo dislivello. Il piano verticale compreso tra la pavimentazione di via Volta e la trave arcuata della rampa è una vetrina, come tutte le altre dell’edificio commerciale, ma che consente una vista protetta verso gli scavi sottostanti.
Il prospetto del mercato ha subito modifiche assolutamente non sostanziali in virtù della sua modularità. Modularità quale elemento essenziale del progetto: la realizzazione dei manufatti in termini di tempistica di esecuzione nonché nel controllo di qualità sono state svolte in laboratori specializzati ed esclusivamente finalizzati. Tale “prefabbricazione” non va intesa come snaturamento dell’opera architettonica a favore di una anonima industrializzazione, ma al contrario ha permesso una valorizzazione degli aspetti “artigianali” del fare costruzione consentendo alle singole fasi di lavorazione di essere realizzate e seguite da tecnici specializzati con certamente un maggiore controllo qualità.
L’inaugurazione
I materiali
I materiali scelti per la pavimentazione sono quelli tradizionali della città ovvero basalto, porfido, peperino, travertino e lastre di gres porcellanato di adeguato spessore. Gli stessi sono stati usati anche per il mercato e lo spazio commerciale con lo scopo di rendere il tutto più unitario possibile ed anche più semplice da percorrere.
La galleria per una buona parte ha una struttura di copertura composita di policarbonato trasparente e di microforato metallico con il fine di far passare il più possibile la luce diurna senza far penetrare, nei mesi estivi, il calore. I materiali interni sono a pavimento di tipo monocottura monocolore, pitture con colori chiari, infissi metallici.
I MERCATI PIÙ FAMOSI DEL MONDO
Ogni antica civilizzazione è stata anche centro di grandi mercati. E se alcuni sono millenari come Mercato Testaccio di Roma con i suoi antichi ‘cocci’, altri sono decisamente più giovani ma egualmente importanti come Camden Lock Market a Londra. Merci e culture che si intrecciano attraverso lo spazio e il tempo per raccontare un’unica grande storia.
Sui banchi del Gran Bazar di Istanbul, ad esempio, si possono trovare merci da tutto il medio oriente, al mercato notturno di Hong Kong, lo Yau Mai Tei, i visitatori possono acquistare gioielli di giada, mentre il Souk Jara di Amman è famoso per i suoi copricapi. E se il mercato Pike Place di Seattle è considerato antico negli Stati Uniti con i suoi cent’anni appena di vita, al Rialto di Venezia vendevano il pesce novecento anni prima: nel 1097. Forse un giorno rinascerà – come Mercato Testaccio – anche il grande Suq Al-Hamidiyye di Damasco, flagellato dalla guerra. E se il Tango è la vostra passione, fate un salto al San Telmo di Buenos Aires famoso soprattutto per il popolare ballo.
Porta Futuro
Dall’ingresso di via Galvani 103 si accede ai locali di Porta Futuro, un progetto finanziato dalla Provincia di Roma e inaugurato nel 2011. Porta Futuro offre servizi intorno al mondo del lavoro con l’idea di facilitare l’incontro tra domanda e offerta. Uno staff di professionisti è a disposizione per rispondere alle esigenze di giovani e meno giovani anche attraverso l’utilizzo di strumenti multimediali e innovativi.
Porta Futuro è ospitato negli spazi del complesso progettato da Bioedil. E’ stato finanziato dalla Provincia di Roma e inaugurato nel 2011